Dieta

La parola dieta viene dal greco "diaita" che significa decisione, ripartizione di vita e nel medioevo significò anche regola di vitto, quindi nella "dieta" si intende anche l'attività fisica.

Determinanti della dieta

La dieta di un organismo eterotrofo è costituita dai cibi che assume.
La dieta umana è determinato:

* dalla reperibiltà di sostanze nutritive (elaborabili dal metabolismo umano) nell'ambiente di vita (p. e. presso indigeni eschimesi, masai, amazoniani, australiani o in gruppi "civilizzati" in cina, india, america, europa, africa, australia, ...).
* in culture sviluppate inoltre da regole igieniche alimentari culturali, spesso soggetto di tabù (p.e. il tabù abbastanza generale del cannibalismo, oppure di mangiare maiale da musulmani ed ebrei; vacche dagli indiani; cani, ratti, insetti da noi; cavallo, carne di venerdì, secondo vecchie regole vaticaniana; ...), malgrado che tutti questi alimentari avrebbero delle ottime proprietà nutritive.
* in gruppi e nell'individuo da condizioni di vita, abitudini, preferenze, convinzioni e ideologie (da noi p.e. vegetarianismo, salutismo, ortoressia, ...).

Fabbisogni alimentari umani

La dieta umana rispecchia il relativo fabbisogno sostanziale, oltre a questo dal fabbisogno calorico e in più delle condizioni di vita e abitudini alimentari che la persona segue. Determina, assieme con le caratteristiche metaboliche individuali il peso corporeo.
La situazione di obesità è considerata una malattia come pure l'anoressia.

Significati di "Dieta"

Nel linguaggio popolare, la dieta è un insieme di indicazioni alimentari che viene temporaneamente seguito per una perdita di peso, oppure a vita come esempio di alimentazione corretta. In realtà dieta vuol dire "stile di vita" per cui deve necessariamente essere integrata dall'attività fisica. Va inoltre tenuto presente che le diete non sono sempre ipocaloriche.

Per stabilire se un soggetto necessita di un intervento dietetico è necessario definire in modo certo lo stato di individuo considerabile non a rischio di malattia, per cui in una fase iniziale un nutrizionista rileva vari parametri fra i quali età, sesso, altezza, peso che determinano (secondo parametri scientifici stabiliti a livello internazionale) l'indice di massa corporea con il quale stabiliscono in linea generica se il peso è corretto per il paziente. Successivamente il professionista competente analizza la composizione corporea (con plicometria o impedenziometria) rileva con una completa e approfondita anamnesi lo stato di salute (patologie eventuali e passate, farmaci assunti, variabilità storica del peso). Si rilevano, poi, le abitudini alimentari, a ricordo o dando un diario da compilare con quello che si assume liberamente durante la settimana. Poi calcola l'introito calorico e qualitativo introdotto, e su quelle abitudini ritara la dieta che comprenderà riduzioni in peso di alcuni macronutirneti e anche assunzione di altri cibi spesso non considerati (frutta e verdura in primis).

Diete dimagranti
Sbalzi di peso normali e patologici
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Sbalzi di peso normali e patologici
Variazione di peso e mortalità
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Variazione di peso e mortalità

Secondo il parere dei nutrizionisti, il sovrappeso è un rilevante fattore rischio di mortalità precoce; è quindi necessario ristabilire un peso compatibile con condizioni di rischio inferiori (fornite su base statistica) per la salute. Il principio di una dieta dimagrante è basato sulla dieta mediterranea e prevede un'alimentazione varia riducendo i quantitativi calorici. Tuttavia, il sistema migliore è tarare su ogni individuo secondo le sue abitudini le quantità e le qualità dei nutrienti introdotti, mantenendo a certi livelli vitamine minerali e macronutrienti con funzioni plastiche. Questo è basato sul principio che alcuni nutrienti sono essenziali ovvero il nostro organismo non è in grado di produrli da se (alcuni amminoacidi, alcuni grassi e diverse vitamine).

L'intervento dietetico può comportare gravi rischi per la salute, soprattutto se è autodeterminato senza cognizioni elementari di nutrizione.

Diete troppo restrittive e in soggetti a rischio come obesi sono da considerarsi pericolose:

Secondo il parere di diversi scienziati invece, delle diete restrittive e cure dimagranti:

* a lungo andare, aumentano il peso corporeo.
* sono lesionistiche in quanto aumentano la mortalità e
* sono fortemente sospettate di generare disturbi mentali nutrizionali come anoressia e bulimia.

(la bulimia e l'anoressia sono malattie PSICHIATRICHE, non sono quasi mai le diete in se a creare o far insorgere questa tipologia di malattie)

L'eliminazione sconsiderata di determinate categorie di cibi è connessa con il rischio di malnutrizione (deficienza di certe sostanze indispensabili), paradossalemente inoltre un obeso potrebbe essere non solo malnutrito ma soggetto a carenze minerali e vitaminiche oltre che di acidi grassi.

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